L’Italia che affonda

4.26.1 - La produttività dei ricercatori italiani: i dati della Scimago


Una ulteriore conferma di quanto emerge dai dati della Thomson-Reuters (v. quadro 4.26) viene dai dati forniti dalla Scimago (vedi quadro 4.18 per informazioni su tale Istituto e sulla sua metodologia), sempre prendendo in esame il numero degli articoli ogni 1000 abitanti e ogni 1000 ricercatori. In particolare si vede dalla fig. 86b come vi sia una notevole divaricazione della posizione dell’Italia: mentre nel primo caso occupiamo un assai modesto 22° posto, invece nel secondo caso ci classifichiamo ben terzi nel mondo, dopo la Svizzera e l’Olanda, risultato che coincide con quello precedente. Ciò si può interpretare affermando che mentre la diffusione della ricerca e la sua incidenza sul complesso della nazione è molto bassa, il che è un ulteriore sintomo degli scarsi investimenti in questo campo, tuttavia la produttività scientifica dei singoli ricercatori è molto alta, e ciò non depone affatto per una comunità scientifica di “fannulloni” (almeno per quanto concerne la quantità della produzione). Anche depurando il dato dei ricercatori dai “business enterprise researchers”, e quindi prendendo in considerazione solo quelli prevalentemente appartenenti alle università e ad organismi pubblici di ricerca, la posizione dell’Italia conferma in sostanza quanto contenuto nel quadro 4.26, addirittura migliorando di una posizione. E’ da sottolineare che i ranking predisposti dalla Thomson-Reuters e dalla Scimago utilizzano fonti e metodologie diverse.

 

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Note e osservazioni


Quadro 4 - Miti e tristi realtà dell’università italiana