L’Italia che affonda

4.18 - La molteplicità dei ranking internazionali della qualità delle università


Se usiamo i metodi scientometrici per valutare gli atenei, facendo un confronto tra quelli italiani e stranieri, si ottengono ad una superficiale osservazione effetti devastanti: le università italiane - nei vari ranking di solito pubblicati - sono in posizione assai arretrata. L’inconveniente è però costituito dal fatto che tutte le classifiche citate, ad es. da Perotti (quelle dell’università cinese Jiao Tong di Shangai, dell’università di Leiden e del Times Higher Education Supplement) si basano su fattori diversi rispetto a quello puramente bibliometrico. Ovviamente Perotti “aggiusta le classifiche” (lo fa anche con quella dell’università di Leida, nonostante abbia carattere bibliometrico) in modo da tener conto della dimensione delle università (che altrimenti avvantaggerebbe quelle italiane) o della qualità (in base a criteri bibliometrici), per cui i conti gli tornano: «gli atenei italiani escono invariabilmente al fondo delle classifiche». Peccato che non ci venga spiegato come sia fatto questo “aggiustamento” e che metodologia venga usata.

Eppure dei ranking che valutano la performance scientifica di tutte le università del mondo solo su basi bibliometriche esistono e sono stati anche escogitati sofisticati sistemi per tener conto della dimensione dell’ateneo (quello dell’università di Leida è uno di questi). Ovviamente non tutti utilizzano gli stessi parametri e sono egualmente affidabili; alcuni di essi sono più specificamente adatti a valutare certi aspetti delle università piuttosto che altri. Siamo riusciti a inventariare nove ranking che prendono in considerazione le università di tutto il mondo (vedi figura 77, dove non abbiamo incluso i ranking limitati alla sola Europa). Invece di solito i ranking che vengono presi in considerazioni sono solo pochi, in genere due o tre; e tra questi i più gettonati sono appunto quello del Times Higher Education Supplement e quello dell’università di Shangai (come fa anche la recente pubblicazione dell’Oecd, Economic Survey Italy, May 2011): facile su questa base arrivare a una conclusione assai negativa sulle università italiane.


 

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Note e osservazioni


Quadro 4 - Miti e tristi realtà dell’università italiana