L’Italia che affonda

3.24.4 - La crescita dell’India in ricerca e sviluppo


Un analogo discorso a quello fatto per la Cina (v. quadro 3.24.3) può esser fatto per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche dell’India. Ma, sempre per constatare quanto ci sia di fondato nell’allergia verso i “piani” e gli investimenti governativi e statali, leggiamo quanto è scritto nel report della Thomson Reuters ad essa dedicato: «Il governo ha fatto sforzi coordinati per investire in educazione creando delle facilities come l’Indian Institutes of Science Education and Research, dedito ai più alti standard internazionali della ricerca scientifica e dell’istruzione scientifica. Il finanziamento per la ricerca e l’istruzione ha avuto la priorità ed è di conseguenza aumentato. L’ultimo piano quinquennale, che copre gli anni dal 2007 al 2012 (è l’11°), comprende un incremento di quattro volte per l’istruzione rispetto al piano precedente. Nel complesso, come ha riportato “Nature” per la prima volta nel 2009, le spese governative per la ricerca scientifica assommano a circa lo 0,9% del prodotto interno lordo; per il 2012 è previsto che l’ammontare crescerà all‘1,2%» (Adams et al., Global Research Report: India, Thomson-Reuters, October 2009, Introduction). Come apprendiamo da altra fonte, circa il 75% di tutti i fondi di ricerca provengono nel 2008 dal governo indiano e solo il 20% dall’industria (2010 Global R&D Funding Forecast, R&D Magazine, December 2009, p. 27).
Inoltre, sebbene storicamente l’India abbia speso meno dell’1% del suo PIL in investimenti per R&S (v. quadro 3.24), tuttavia il suo governo ha programmato di aumentare tale finanziamento sino a giungere al 2% per il 2012 con il piano quinquennale 2007-2012. Anche nel campo delle pubblicazioni scientifiche v’è stata una crescita nel periodo 1998-2007 dell’80%, specie nel campo delle scienze della vita e della fisica (R&D Magazine 2009, p. 27). Infine la percentuale sulla spesa totale mondiale di R&S dell’India è cresciuta dal 2,5% al 3,0% (R&D Magazine, 2011 Global R&D Funding Forecast, December 2010, p. 3) e nell’11° Piano quinquennale 2007-2012 si stabilisce un aumento del 220% degli investimenti in scienza e tecnologia rispetto al 10° piano quinquennale; ciò ha dato già luogo alla fondazione di 30 nuove università finanziate e gestite dal governo centrale, 14 della quali avranno la natura di “World-Class Universities” (ovvero di alta qualificazione a livello mondiale) e avranno come loro fuoco di ricerca uno specifica ambito di particolare significato per lo sviluppo dell’India (come l’urbanizzazione, la sostenibilità ambientale, la salute pubblica ecc.). Il governo indiano ha anche programmato di raddoppiare il numero degli istituti indiani di tecnologia sino al numero di 16 e di creare 10 nuovi Istituti Nazionali di Tecnologia, tre Istituti Indiani di Scienza dell’Educazione e della Ricerca e 20 Istituti Indiani di Tecnologia dell’Informazione (R&D Magazine, cit., pp. 26-30). Tra l’altro, gli investimenti del governo indiano e il conseguente miglioramento delle istituzioni scientifiche nazionali hanno avuto come risultato il ritorno dei ricercatori in precedenza espatriati (specie negli Stati Uniti). Tutto ciò ha fatto aumentare la reputazione della forza tecnologica dell’India, così come si vede dalla figura, nella quale si indica la “forza tecnologica” percepita in diversi paesi significativi nel 2010 e la previsione 2015: la reputazione dell’India aumenta notevolmente, divenendo la quinta nel mondo. E si noti anche la posizione della Cina, per la quale si prevede nel 2015 il primo posto al mondo (figura tratta da R&D Magazine, 2011 Global R&D Funding Forecast, December 2010, p. 30).
 

Quadro 3 - L’arretramento in innovazione e ricerca dell’Italia

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Note e osservazioni