L’Italia che affonda

4.25 - Il ranking delle nazioni in base alla qualità dei singoli ricercatori


Possiamo ulteriormente comprovare quanto detto in merito alla non disastrosa performance qualitativa (che nulla ha a che fare con la solidità economica e la dimensione) della ricerca italiana facendo proprio i cattivi e cercando di valutare con ranking bibliometrici anche la produttività dei ricercatori; tali ranking già esistono ed è strano che non siano stati usati da Perotti. Ma forse il motivo di tale assenza risulta chiaro se si va a vedere cosa ne risulta. La Thomson Reuters pubblica la classifica dei migliori 20 paesi al mondo per produzione scientifica, in base al numero articoli complessivi pubblicati, al numero di citazioni in totale ottenute e alle media di citazioni per articolo. Il risultato (sul quale convergono anche i dati della Scimago - vedi quadro 4.25.1) mostra come la produzione in termini di numero di articoli dei ricercatori italiani è tra le più alte (8° posto). Ciò fa sì che anche il numero di citazioni sia elevato, collocandoci al 7° posto. Tuttavia il numero di citazioni per ciascun articolo ci fa arretrare al 18° posto (vedi figura 85 - ma su questo criterio vedi la nota a margine).
 

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Note e osservazioni


  1. Punti elenco Un criterio di ammissibilità per la valutazione delle citazioni per articolo è stato proposto da G. De Nicolao sulla base dell’osservazione che una applicazione meccanica di tale criterio porterebbe a risultati paradossali, con paesi come le isole Vergini, Tonga, o Andorra al top della classifica. Egli quindi ritiene che «bisogna inserire una soglia minima sul numero di papers o sul numero di citazioni, ma con quale criterio? E' chiaro che la classifica dipenderà dalla soglia selezionata. In effetti, esiste una proprietà che deve essere soddisfatta da ogni “indice di qualità” sensato. Dato un insieme A di articoli (ognuno corredato del suo numero di citazioni), un indice di qualità Q(A) è una formula di calcolo che restituisce un numero reale che misura la qualità dell'insieme A. Per evitare esiti paradossali, la logica impone che un indice di qualità soddisfi il seguente criterio criterio di Ammissibilità. Un indice di qualità è ammissibile se Q(A) ≤ Q(B) ogni qual volta l'insieme A è incluso in B. Si vede facilmente che il rapporto citazioni/pubblicazione non soddisfa il criterio di ammissibilità. Pertanto, può essere riportato a scopo informativo, ma non dovrebbe essere adottato per classificare individui, istituti di ricerca o nazioni. Per fare un esempio, l'impossibilità di un uso a scopo di valutazione concorsuale è evidente. Si noti che anche una parte delle valutazioni di Perotti nel Capitolo III.2 dell'Università Truccata (Einaudi) sono inficiate dall'uso di un indice di qualità  (il fattore di impatto normalizzato) che non soddisfa il Criterio di Ammissibilità.  Di seguito, esamino alcuni indici di qualità alternativi che invece soddisfano il Criterio di ammissibilità» (In: http://www.noisefromamerika.org/index.php?module=comments&func=display&cid=59224&objectid=2111&modid=151&itemtype=1&thread=1#d59224).

Quadro 4 - Miti e tristi realtà dell’università italiana