L’Italia che affonda

Quanto detto non vale solo rispetto agli USA, ma anche in comparazione al PIL delle maggiori aree (vedi figura 10 del quadro 2.1) scopriamo in modo assai evidente il progressivo distacco dell’Italia, in termine di crescita del PIL, non solo dagli Stati Uniti e dal G7, ma anche dall’Europa Occidentale e dall’area dell’euro: nel complessivo arretramento dell’Europa, l’Italia arretra più velocemente rispetto al resto dei suoi membri. Ed esattamente la divaricazione con l’Europa occidentale comincia all’incirca nel 1994, l’anno della discesa in campo di Berlusconi; rispetto all’area dell’euro, invece, il lieve vantaggio del 1993 (anno di introduzione dell’euro) viene negli anni successivi annullato e  a partire dal 1998 il distacco cresce sempre più, fino a raggiungere la situazione di notevole di varicazione esistente nel 2010, con l’Italia a 29.347 e l’area euro a 33.388 (in $ a PPP). Siamo passati così da una situazione in cui il PIL pro capite dell’area euro era il 98,5% di quello italiano alla situazione del 2010 in cui il PIL pro capite italiano è l’ 87,8% circa di quello dell’area euro. Ancora più grave: la crescita del PIL pro capite ha visto l’Italia nel periodo 2001-2006 collocarsi all’ultimo posto nell’OECD, con un andamento annuale nel periodo 1990-2008 costantemente al di sotto (con l’eccezione dei soli anni 1991, 1995 e 2001) di quella media dell’area euro, di Stati Uniti, di EU27 e OECD (vedi la figura 12).


































 

2.2 - La divaricazione del PIL italiano rispetto alle principali economie

Quadro 2 - L’arretramento economico dell’Italia

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Note e osservazioni


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