L’Italia che affonda

4.4 - La spesa per educazione in Italia sul totale della spesa pubblica


La situazione indicata nel quadro 4.3 peggiora ulteriormente se consideriamo la percentuale della spesa complessiva destinata all’educazione sul totale della spesa pubblica: l’Italia si posiziona nel 2007 all’ultimo posto tra i paesi dell’Oecd con il 9%, confermando il valore del 1995 e arretrando di 0,8 punti percentuali rispetto al valore del 2000, quindi al di sotto della media Oecd (13,3%) e a quella EU19 (12,1%). E ciò vale sia per l’educazione universitaria, che per quella primaria e secondaria.

In questo quadro già così disastrato si aggiungono ora i tagli previsti nel recente Documento di Economia e Finanza (approvato dal CdM il 13 aprile 2011: quattro miliardi e 561 milioni di tagli previsti ogni anno dal 2012 al 2014 (tab. a p. 37). In tutto 13 miliardi e 683 milioni sottratti ad un settore che già non brilla per finanziamenti rispetto agli altri paesi europei e al quale dal 2009 al 2011 sono stati sottratti già otto miliardi e 13 milioni (con 87 mila cattedre annesse e 42 mila posti di personale amministrativo, tecnico, ausiliario).   Sommando le cifre, abbiamo ventidue miliardi tolti alla scuola pubblica italiana. Come sottolinea giustamente Corrado Zunino, «Tutti gli stati occidentali avanzati hanno affrontato la crisi economica mondiale non toccando tre strutture: la scuola, l'università, la ricerca. Barak Obama ha sottratto risorse, per dire, al ministero degli Interni americano, ma ha fatto crescere gli investimenti pubblici nei tre campi dei giovani e del futuro: scuola, università, ricerca. Da noi, si spiana» (v su Repubblica Web).

 

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Note e osservazioni


Quadro 4 - Miti e tristi realtà dell’università italiana