L’Italia che affonda

4.31.1 - Un esempio: Harvard vs Italia


Per avere una tangibile ed efficace pietra di paragone della differenza in investimento per ricerca tra l’Italia e gli Stati Uniti (portati sempre ad esempio positivo in questo campo) basta fare un semplice confronto. L’università di Harvard, che in tutti i ranking occupa quasi sempre il primo posto al mondo, ha ricevuto per il 2009 in finanziamenti per ricerca (tra fondi federali e non federali, costi diretti e indiretti) la somma circa 705 milioni di dollari; il MIUR ha stanziato per finanziare l’intera ricerca universitaria italiana per il 2009 (in tutti i campi disciplinari) la somma di 104.740.000 euro (fondi Prin), che equivalgono al cambio odierno a circa $136.754.000: il Miur per finanziare la ricerca universitaria stanzia mediamente il 19,3% di quello che riceve la sola Harvard. Se invece consideriamo non solo la spesa del MIUR, ma l’intera spesa per ricerca scientifica del sistema universitario italiano (qualunque ne sia la fonte di finanziamento), apprendiamo che nel 2006 questa ammontava a 5.327,4 milioni di dollari (MIUR, Le risorse dell’università, p. 17); in considerazione del fatto che di certo essa non è cresciuta in maniera consistente ad oggi (così come è dimostrato dai suoi valori percentuali sul complesso del Pil e in relazione ai tagli avvenuti negli ultimi anni), possiamo vedere come la spesa per tutta la ricerca scientifica universitaria italiana è solo circa 8 volte superiore a quella della sola Harvard.

Inoltre a conferma di quanto detto nel quadro 4.28 in merito alle fonti di finanziamento delle ricerca nelle università di eccellenza americana, possiamo vedere che ad Harvard la situazione è ancora più significativa, nel senso che il finanziamento pubblico è più elevato della media (vedi figura 94).

Con questi numeri la domanda che di solito si fa (perché i ricercatori italiani producono così poco rispetto ai colleghi americani?) andrebbe capovolta: come mai i ricercatori americani distanziano di così poco quelli italiani, in considerazione dei mezzi strumentali, delle risorse economiche e delle strutture di cui beneficiano?

Facciamo riferimento ovviamente solo alla ricerca universitaria, cioè a quella fatta nelle università statali e non statali, escludendo quella di altri enti autonomi di ricerca, come ad es. il CNR, in quanto altrimenti dovremmo per coerenza prendere anche in considerazione i finanziamenti stanziati dal governo federale americano per tutti gli altri istituti di ricerca non universitari ivi esistenti e che anch’essi hanno fondi pubblici e privati. Inoltre è bene specificare che Harvard non è la prima università degli Stati Uniti per spesa in R&S, ma la 30ª, secondo la classifica della NSF per l’anno 2007 (vedi http://www.nsf.gov/statistics/profiles/data/ess_ranking.cfm#E002477). La prima è la Johns Hopkins University con un miliardo e 856 milioni di dollari nel 2009 (http://www.nsf.gov/statistics/infbrief/nsf10329/nsf10329.pdf). Tuttavia bisogna precisare che gran parte di questo finanziamento è dedicato all’Applied Physics Laboratory, con 778 milioni di dollari, uno dei più sviluppati centri di ricerca nel campo della fisica degli USA, con uno staff di 4.600 persone.

 

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Note e osservazioni


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