L’Italia che affonda

Se diamo uno sguardo alla performance dell’Italia alle 14 variabili che concorrono a formare l’indice KEI (vedi quadro 3.1), notiamo che quella che più ci penalizza rispetto ai paesi con alto reddito è il rule of law con un valore normalizzato dell’1,11 (dove il massimo è 10), che da solo costerebbe all’Italia l’enorme cifra di 400 miliardi di euro l’anno, quasi un terzo del suo PIL. È ovvio che anche le altre due variabili del pillar “economic incentive and institutional regime” occupano i livelli bassi dei valori normalizzati (vedi figura 2
6). Scendendo ancor di più nello specifico per tentare di capire il perché di queste performance non proprio positive dell’Italia rispetto alle altre nazioni industrializzate e che fanno parte dell’UE, puntiamo lo sguardo sul pillar “Economic incentive and institutional regime”, quello che più ci penalizza. Questo include (oltre ai tre parametri che entrano a a far parte dei 14 che definiscono il KEI) anche altri parametri (vedi figura 27) che hanno valori tutti penalizzanti rispetto ai paesi ad alto reddito: l’efficacia governativa (0,89), la capacità di controllo della corruzione (col 2,22) e la libertà di stampa (2,50), oltre ad altri campi più specificamente economici come l’affidabilità bancaria (1,14), il commercio come % del PIL (1,86), le barriere tariffarie e non tariffarie e il grado di protezione della proprietà intellettuale (entrambi con 2,05), l’export di beni e servizi in % sul PIL (2,09); infine l’indicatore del “rule of law” con l’1,11, che misura il grado di legalità ed efficienza legislativa e ha lo scopo di misurare la fiducia che gli operatori economici hanno nelle leggi e nelle norme che regolamentano una data società; e ciò include la percezione che si ha dell’incidenza del crimine violento e non violento, l’efficacia e l’affidabilità del sistema giudiziario, la capacità di ottenere per via legali il rispetto dei contratti e delle transazioni. Sono per lo più parametri che misurano la qualità del sistema regolamentativo e indicano in che misura esso sia favorevole ad una economia di mercato. Insomma tutti quei “lacci e lacciuoli” di cui si è tanto discusso e dei quali si è tante volte ripromesso di liberarci mediante una liberalizzazione di molti aspetti del mercato interno. Come si vede in particolare dalla figura 27, i valori riportati pongono l’Italia a distanze considerevoli dagli altri paesi con i quali amiamo confrontarci quando ci fa comodo. In essa abbiamo riportato, assumendo come gruppo di riferimento i paesi ad alto reddito, i valori normalizzati di cinque paesi tra i più industrializzati oltre a quelli dell’Italia (Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania e Finlandia) e di Grecia e Portogallo, attualmente i due grandi malati dell’UE e quelli che versano in maggior crisi economica. Abbiamo quindi creato una colonna che riporta i valori medi dei paesi ad alto reddito, avendo questa volta come gruppo di confronto tutti i paesi al mondo; infine in una colonna apposita abbiamo indicato i paesi che raggiungano il valore massimo di 10 nelle singole variabili.

Insomma, se volessimo riassumere in poche parole quanto risulta dalle variabili che fanno parte del regime istituzionale ed economico, dovremmo dire che il fardello che grava sull’Italia e la fa precipitare verso il basso nel KEI è dato dall’eccessiva complessità del sistema regolamentativo, dalla alta incidenza della corruzione e dallo scarso rispetto di contratti e norme, derivanti anche dal cattivo funzionamento del sistema giudiziario. Insomma, troppa burocrazia  e troppa poca libertà, trasparenza e legalità!
































 

3.9 - Il peso dell’illegalità e dell’inefficienza politico-governativa

Quadro 3 - L’arretramento in innovazione e ricerca dell’Italia

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Note e osservazioni


  1. Punti elenco Il dato sul costo della corruzione è fornito da R. Abravanel e L. D’Agnese, Regole (Garzanti, Milano 2010, p. 11). Usiamo il condizionale in quanto gli autori nel fare questa stima non danno alcuna indicazione del modo in cui è stata calcolata (“in base ai nostri calcoli”…), così come del resto avviene per ogni altra tesi o informazione contenuta nel loro volume.


  1. Punti elenco Una spiegazione di tutte le variabili che entrano a fare parte della figura 27 è contenuta in questa tabella (figura 28) in pdf (in inglese!).


  1. Punti elenco I paesi ad alto reddito sono quelli che, nella classificazione della World Bank, hanno entrate nazionali lorde – “Gross National Income”,  GNI – superiori a 11.906 $, e sono in tutto 45 stati nel mondo.


  1. Punti elenco In merito alla capacità di veder rispettati i contratti e di avere giustizia in caso contrario, Alesina e Giavazzi affermano che è «un fattore fondamentale per il funzionamento dei mercati (inclusi quelli finanziari) è la possibilità di fare rispettare un contratto, ovvero la fiducia delle parti contraenti nella rapida applicazione delle norme previste nel contratto stesso» (Goodbye Europa, cit., p. 131). Ciò può essere illustrato, ad es., coi tempi occorrenti per ottenere uno sfratto per morosità o per la riscossione di un assegno a vuoto, che sono di gran lunga superiori non solo a quelli degli Stati uniti, ma anche a quelli degli altri paesi europei. Di contro, «il buon funzionamento della giustizia civile è una delle ragioni per cui i Paesi nordici in questi ultimi anni sono riusciti a coniugare una crescita sostenuta con tasse elevate e un welfare generoso» (ivi, p. 133). La conseguenza del cattivo funzionamento della giustizia è il rallentamento e la limitazione degli scambi, con le aziende che preferiscono non vendere se non hanno la certezza di essere pagate. Inoltre, ciò costituisce un incentivo al comportamento scorretto, specie in presenza di standard morali non molto elevati (come nel caso italiano) (ivi, p. 135).

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