L’Italia che affonda
Anche l’International Institute for Management Development (IMD International, Svizzera) raccoglie informazioni dettagliate sulle principali caratteristiche dei sistemi economici nazionali, con un particolare riguardo al livello di competitività delle imprese e al sistema economico in senso più specifico. Esso analizza la capacità delle nazioni di creare e mantenere un ambiente nel quale le imprese possono competere. L’edizione 2010 del suo World Competitiveness Scoreboard (WCS) comprende l’analisi di 58 economie nazionali e regionali, con l’impiego di circa 323 indicatori divisi in 4 gruppi, ciascuno identificante un fattore di competitività (performance economica, efficienza del settore pubblico, efficienza dei settori produttivi, infrastrutture), a sua volta divisi in 5 sub-fattori. La combinazione dei criteri, opportunamente pesati, permette di definire un indice sintetico di competitività, in base al quale viene stilata una graduatoria delle economie analizzate. L’Italia occupa il 40° posto, e bisogna notare che pur nella insoddisfacente performance complessiva, questo è l’unico caso in cui la sua posizione migliora rispetto al passato, addirittura di 10 posti rispetto al 2009, recuperando le posizioni passate (46ª nel 2008 e 42ª nel 2007). Più nello specifico, a penalizzare ancora una volta l’Italia è nel corso degli anni il risultato concernente l’efficienza del settore pubblico e delle politiche governative (49° posto) e l’efficienza del business (48° posto). Il cosiddetto panorama della competitività italiana è mostrato dalla figura 21, dove sono mostrati i ranking occupati dall’Italia nei 20 subfattori
3.5 - Il posto dell’Italia nel World Competitiveness Scoreboard
Quadro 3 - L’arretramento in innovazione e ricerca dell’Italia
Quadro precedente
Quadro successivo
Note e osservazioni