L’Italia che affonda

3.21 - Il “capitale umano” in Italia e in Europa


Il capitale umano è innanzi tutto misurato in base a degli indici quantitativi, che ci permettono di valutare il suo ammontare di capitale nei singoli paesi (a cominciare innanzi tutto da quelli dell’UE). Possiamo innanzi tutto vediamo che la percentuale di popolazione sul totale che ha completato l’istruzione secondaria in Italia è al di sotto sia della media dell’EU19 (e quindi escludendo i paesi di più recente ingresso, che abbasserebbero il valore), sia della media dell’OECD, per tutti i gruppi di età che vengono presi in considerazione (vedi figura 45). L’EU19 è al di sopra della media OECD di un punto nella classe di età 25-64 e di due punti nella classe d’età 25-34; ma lo è in entrambe le classi molto di meno rispetto ai paesi trainanti nella ricerca, nei confronti dei quali ci si pone in concorrenza, ovvero Stati Uniti e Corea del Sud. Per non parlare dell’Italia, i cui valori sono staccati rispettivamente di 19 e 13 punti dalla media UE, e ancor più dagli altri paesi più sviluppati. È da notare che l’Italia nei paesi OECD occupa il quint’ultimo posto (peggio di lei, nell’ordine, Spagna, Messico, Turchia e Portogallo).



Un discorso analogo può essere fatto per l’istruzione universitaria (dati riferiti al 2008, per alcuni dei paesi più significativi), anche se in questo caso la distanza dai partner di riferimento è meno accentuato (vedi figura 46). L’EU19 è quasi in media con l’OECD. L’Italia è staccata di ben 5,4 punti dalla media EU19 e di 5,2 dalla media OECD. Tuttavia è da notare che l’Italia tra i 26 paesi OECD (quelli per cui esistono i dati) occupa il 19° posto (peggio di lei si collocano paesi come Germania, Svizzera, Austria). Infine, ancora una volta dobbiamo notare il trend negativo dell’Italia nell’educazione universitaria che, dopo un periodo di miglioramento che porta dal 19% del 2000 al 41% del 2005, si abbassa costantemente negli anni successivi sino a giungere all’attuale 32,8%. Viceversa il tasso medio sia dell’OECD che dell’EU19 cresce costantemente a partire dal 1995, passando rispettivamente dai valori del 20% e del 18% a quelli attuali (cfr. OECD, Education at a Glance 2010, Table A3.2).

Se disaggreghiamo la popolazione che ha conseguito la laurea per fasce di età (25-34 e 55-64), constatiamo che il quadro si aggrava ulteriormente, come si evince dalla figura 46b, nella quale si vede che la percentuale della popolazione italiana che ha conseguito la laurea (escludendo i titoli superiori) è il 19,90% nella fascia di età 25-34 e solo  il 9,84% nella fascia di età 55-64, collocandola al terzultimo posto tra i paesi dell’Oecd e largamente al di sotto della sua media (rispettivamente il 35,42 3 il 20,07%).

 

Quadro 3 - L’arretramento in innovazione e ricerca dell’Italia

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Note e osservazioni