L’Italia che affonda

3.12 - Un popolo di chiaccheroni: il “primato” nell’ICT


Un settore nel quale il ranking dell’Italia è particolarmente incoraggiante è quello che ha a che fare con l’ICT. Abbiamo visto che nel pillar concernente l’ICT (vedi quadri 3.7 e 3.8) l’Italia occupa il 20° posto, ben 10 posizioni in più della media KEI e 5 della media KI, realizzando la miglior prestazione tra tutti i pillars e migliorando in maniera costante rispetto al passato; risultato che viene praticamente confermato anche nel pillar “adozione e utilizzo dell’ICT” incluso nell’ICI. In considerazione della centralità attribuita a questo settore da tutti gli esperti e anche dai rapporti dei vari organismi internazionali, questa performance dovrebbe indurci all’ottimismo.

Tuttavia se guardiamo più da vicino tale settore, possiamo constatare come le cose non siano così rosee. Se analizziamo le variabili che fanno parte del “pillar” ICT nell’indice KEI elaborato dalla World Bank (vedi figura 32, nella quale sono confrontate le performance dell’Italia con due tra i paesi più evoluti e aventi i ranking KEI più elevati, la Danimarca, che occupa il primo posto, e gli Stati Uniti al 9°)
si evince che tale posizionamento più favorevole dipende in sostanza dalla diffusione della telefonia, specie quella mobile, con valori estremamente alti, derivanti in particolar modo dalla grande diffusione dei cellulari. In questo campo siamo veramente all’avanguardia: con il nostro 9,59 sopravanziamo di oltre un punto la Danimarca e distanziamo di circa 4 punti gli Stati Uniti. Performance confermato nelle variabili ICI, che ci pongono addirittura al primo posto nel mondo per la diffusione della telefonia mobile (vedi figura 25 del quadro 3.8). Scendiamo di nuovo verso il basso quando si tratta della diffusione dei giornali quotidiani, della disponibilità di servizi di eGovernement e più ancora per le tariffe pagate per Internet. Insomma sembrerebbe proprio che gli italiani amino molto chiacchierare al telefono!
 

Quadro 3 - L’arretramento in innovazione e ricerca dell’Italia

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Note e osservazioni